Articoli Militari Bellettati a Roma è vendita accessori ufficiali, magliette polo, patch, medaglie, gradi e tubolari Aeronautica Militare.
Articoli Militari Roma di Stefano e Paolo Bellettati è il frutto di una lunga tradizione familiare iniziata nel dopoguerra nel campo delle forniture ufficiali per le forze dell’ordine.
La storica sede di riferimento è in Via Tuscolana 1104, tra le fermate dalla metropolitana Lucio Sestio e Giulio Agricola, e presenta un’ampia gamma di prodotti ufficiali delle forze armate Italiane, comprese patch, medaglie, polo, gradi e tubolari dell’Aeronautica Militare.
Tra i vari Corpi armati da noi commercializzati troviamo, appunto, gli equipaggiamenti a marchio Aeronautica Militare prodotti ufficiali autorizzati da Difesa e Servizi.
Fanno parte degli equipaggiamenti:
- medaglie;
- patch;
- gradi ricamati;
- stelle ricamate;
- travette ricamate;
- tubolari ricamati;
- magliette polo;
Tuttavia per l’acquisto di equipaggiamenti destinati ad esclusivo uso del comparto Aeronautica Militare è obbligatorio identificarsi con tesserino di riconoscimento.
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grado tubolare aeronautica vegetato colonnello
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grado tubolare aeronautica vegetato maggiore
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grado tubolare aeronautica vegetato capitano
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grado tubolare aeronautica vegetato tenente
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grado tubolare aeronautica vegetato sottotenente
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grado tubolare aeronautica vegetato luogotenente
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UN PO' DI STORIA DELL'AERONAUTICA MILITARE:
La nascita dell’aeronautica militare italiana è legata non agi aerei ma agli aerostati.
Infatti il primo impiego militare di un mezzo più leggero dell’aria, da parte delle Forze Armate, risale al 1888.
Tra gennaio e marzo del 1888 vengono trasportati tre palloni aerostatici.
L’unità Compagnia Specialisti del Genio, rinominata Compagnia Specialisti d’Africa con servizio aerostieri, è inviata in Eritrea, colonia italiana, a seguito dell’infausta battaglia di Dogali.
Il compito principale della Compagnia, dispiegata attorno a Massaua, è quello di controllare dall’alto i movimenti delle truppe abissine attraverso ascensioni frenate, con palloni vincolati a 500 metri via cavo.
Quello che all’inizio era solo un reparto di pochi uomini, divenne in breve tempo una brigata e, vista l’attenzione che gli altri paesi del mondo stavano rivolgendo ai velivoli, nel 1909 fu invitato a Roma Wilbur Wright per dimostrare la qualità del suo aeroplano.
In 11 giorni effettua 67 voli di breve durata, di cui 19 con passeggeri nel campo di Centocelle (Roma).
Le dimostrazioni convinsero l’esercito che fondò proprio nel campo di Centocelle la prima scuola di volo.
Centocelle divenne anche il primo aeroporto italiano, mentre il primo brevetto di pilota fu rilasciato nello stesso anno al tenente di vascello Mario Calderara, che firmerà nel febbraio 1910 il contratto con i fratelli Wright per la produzione di 5 aeromobili destinati all’esercito italiano.
Il primo utilizzo bellico della forza aerea si ebbe in Libia tra il 1911-1912, e vide protagonista il comandante della Flottiglia Aviatori, cap. Carlo Piazza, che, levatosi in volo alle 06:19 con il proprio Blériot, nota subito alcuni accampamenti nemici lungo la strada che conduce ad Azizia (a 6-8 km da Tripoli).
Il 01 Novembre 1911 nasce nei nostri aviatori l’idea di lanciare bombe da un aeroplano e le prime disponibili sono le Cipelli, che, poco più grandi di un’arancia e dal peso di 2 kg, vengono lanciate con una mano dopo aver tolto la sicura con i denti per non abbandonare il pilotaggio del velivolo.
Con il lancio di una bomba su Ain Zara e tre nell’Oasi di Tagiura da parte del s. ten. compl. Giulio Gavotti, prende forma il concetto di bombardamento aereo.
La prima guerra mondiale è tuttavia il campo dove l’aeronautica italiana ebbe il vero debutto: le forze aeree italiane nel 1915 disponevano però solo di 86 unità.
Poiché il conflitto si svolgeva sempre di più nei cieli, fu necessario costruire subito circa 12.000 aerei, in gran parte provenienti dalle officine Caproni.
“Il battesimo della caccia” risale al 07 aprile 1916, quando nel cielo di Medeuzza sono abbattuti due aeroplani: da quel momento diventa evidente che le attività di bombardamento e ricognizione aerea iniziano a richiedere l’impiego dell’aeroplano da caccia.
In effetti la necessità di non subire ma, al contrario, di imporre il combattimento non si manifesta all’inizio della guerra; essa, infatti, è il frutto dell’incontro fortuito di velivoli che, nell’assolvere la propria missione bellica di bombardamento e ricognizione, richiedono di possedere velocità elevata e massima facilità di manovra.
Questa nuova arma viene affidata solo ai migliori piloti, ciascuno dei quali, senza seguire alcun regolamento né insegnamento, sviluppa il proprio modo di avvicinare il nemico, di attaccarlo, di sfuggirlo e di ritornare all’assalto: è in quel momento che nella lotta in cielo aperto si passa dal combattimento isolato alle pattuglie, ovvero a formazioni omogenee, affiatate e disciplinate, in grado di dar corso a delle vere e proprie battaglie aeree.
Il successo del reparto aeronautico fu tale che nel 1923 fu elevato a Forza Armata indipendente sotto il governo Mussolini, con la creazione di un Commissariato generale per l’Aeronautica, a cui segue, il 28 marzo dello stesso anno, la nascita della Regia Aeronautica come nuova Forza Armata.
Il Fascismo considerava l’aeronautica il suo fiore all’occhiello, grazie alla direzione di Italo Balbo, ministro dell’Aviazione in quel periodo, e anche ai numerosi record che i piloti italiani dell’esercito raggiunsero in quegli anni.
Purtroppo però all’inizio del secondo conflitto mondiale emerse una dura verità: la Regia Aeronautica era inferiore alle forze aeree alleate e nemiche, sia per qualità che per quantità.
Pur in condizioni di inferiorità, l’Arma fu comunque utilizzata su tutto il Mediterraneo e persino sul fronte russo, dove le rigide condizioni resero ancora più difficile lo sforzo dei piloti.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale le forze aeree della Regia Aeronautica sono suddivise in:
- Armata Aerea;
- Aviazioni ausiliarie per il Regio Esercito;
- Aviazioni ausiliarie per la Regia Marina.
La Regia Aeronautica, più operativa rispetto alle altre forze armate, mostra, tuttavia, notevoli limiti in termini sia di mezzi che di piani operativi; mentre le aviazioni ausiliarie, specie quella del Regio Esercito, continuano ad avere più ampi margini di azione, la R.A. viene considerata una forza prevalentemente difensiva; infatti lo Stato Maggiore Generale (S.M.G.) ritiene che la guerra che sta per scoppiare sarà esclusivamente terrestre e contro potenze continentali confinanti.
Alle considerazioni strategiche dello S.M.G. si aggiunge l’arretratezza tecnologica dell’industria nazionale e la sua scarsa capacità di mobilitazione: se da un lato le crociere, i raid, i primati avevano prodotto effetti considerevoli in termini di prestigio e di crescita tecnico-organizzativa, dall’altra avevano evidenziato dei limiti colti solo in parte ed ai quali non si era posto rimedio.
Pertanto l’Armata Aerea, all’entrata in guerra il 10 giugno 1940, si compone prevalentemente di bombardieri medi e di caccia intercettori, questi ultimi dotati di buona velocità orizzontale e verticale, ma con scarsa autonomia; gli aerei più moderni sono, tra i bombardieri, gli S.79, i Br.20 e i Cant. Z.506, mentre, per la caccia, i G.50, gli MC.200 e i CR.42.
Infine a compromettere fatalmente la situazione, oltre all’incapacità del sistema industriale di trasformare rapidamente le linee di produzione, si aggiungono sia la vastità territoriale che le varietà ambientali e climatiche dei vari teatri operativi.
All’indomani del conflitto, fu deciso di modificare il nome che divenne Aeronautica Militare.
Il 4 aprile 1949 l’Italia firma l’adesione al Patto Atlantico (la NATO), che viene ratificato il 1° agosto successivo e che si traduce in immediati benefici per il Paese: infatti, in un periodo in cui la maggior parte delle risorse è destinata alla ricostruzione post-bellica, la partecipazione italiana alla NATO garantisce quel rafforzamento militare necessario e altrimenti impossibile.
Il considerevole sostegno da parte degli Stati Uniti si realizza, nel campo militare, con forniture a prezzi particolarmente vantaggiosi o addirittura gratuite nell’ambito di specifici programmi di assistenza, che si articolano in due forme principali:
- O.S.P. (Off-Shore Procurement)
- M.D.A.P. (Mutual Defense Assistance Program)
Verso la fine del 1950 la nuova collocazione internazionale dell’Italia permette di migliorare innanzitutto la linea di volo: gli ormai vecchi Spitfire e Lightning vengono sostituiti dai North America P-51D Mustang e dai Republic P-47D Thunderbolt.
L’arrivo dei primi aviogetti, invece, è frutto di un accordo con la Gran Bretagna, con la quale l’Italia vanta un credito di 80 milioni di sterline pagabili solo con prodotti industriali, parte dei quali entrano nel nostro Paese sotto forma di De Havilland DH-100 Vampire.
L’Aeronautica Militare oggi
Dal 1 marzo 2018 gli assetti F-35 del 32° Stormo di Amendola (FG) fanno ufficialmente parte del dispositivo di Difesa Aerea Nazionale in quanto inseriti operativamente a pieno titolo nel Servizio di Sorveglianza dello Spazio Aereo (S.S.S.A.).
La validazione di questa capacità è stata ottenuta attraverso un intenso e complesso addestramento degli equipaggi e del personale tecnico del Reparto ed a seguito di numerosi test svolti con esito positivo in piena sinergia e coordinamento con gli altri Enti di Forza Armata preposti alla Difesa Aerea.
Questo testimonia l’ampia versatilità operativa del sistema d’arma, concepito per assolvere a numerose tipologie di operazioni aeree, con la caratteristica unica di essere capace a ricevere e ridistribuire un flusso straordinario di informazioni essenziale per conseguire l’information superiority, elemento fondamentale delle operazioni aeree complesse.
Grazie all’implementazione di questa capacità operativa, l’F-35 fornirà un prezioso contributo nell’assicurare la difesa dello spazio aereo nazionale da possibili minacce contro il Paese ed i cittadini.
Il 32° Stormo è stato il primo Reparto in Europa ad acquisire i velivoli F-35.